Frenano gli ipermercati Hotel, attrazione fatale

MESTRE Se non è commerciale, settore che ha esaurito la forza propulsiva che l’ha reso per anni alternativa valida al residenziale in crisi, è ricettivo. Anche perché persino i colossi della grande distribuzione, nonostante siano pronti a partire nuovi cantieri a fianco della Nave de Vero sulla Romea e della rotonda Castellana nell’area Aev Terraglio, battono in testa probabilmente perché non c’è abbastanza gente, e quella che c’è è sempre più povera, per vendere tutti i prodotti proposti da ben tre mega centri commerciali, tra Terraglio, Marghera sulla Romea e Marcon.

ATTRATTI DAL TURISMO
Gli alberghi, dunque, sono la nuova frontiera di tanti imprenditori, o semplicemente proprietari di terreni, che contano di guadagnare dall’esplosione dei flussi turistici verso Venezia che ha invaso anche ogni strada di Mestre. In Corso del Popolo, tanto per fare due esempi, il gruppo Furlan ha appena ottenuto dal Comune il cambio di destinazione per il cinema-teatro Corso ed ora può trasformarlo in negozi e uffici, ma vorrebbe poterlo offrire ad investitori anche per farne un albergo; a poche decine di metri di distanza in via Mestrina 87 all’angolo con il Monte dei Paschi, c’è un palazzetto di quattromila metri cubi dove è possibile costruire qualsiasi cosa realizzandone settemila di metri cubi, compreso un albergo da una cinquantina di camere che la proprietà mette in vendita (ci abitava parte della famiglia di costruttori Perale e sin dalla Seconda Guerra Mondiale ospitava anche l’officina per auto Fassina).
Gli esperti del settore ricettivo sostengono che in terraferma ci sono solo tre aree dove aprire un albergo è, se non molto redditizio, almeno conveniente: quella attorno alla stazione di Mestre dove infatti c’è l’assalto alla diligenza con migliaia di posti letto in costruzione e altri già realizzati, la zona tra l’aeroporto e San Giuliano e, se l’attuale Governo non cambierà idea, gli spazi a ridosso del Vega parco scientifico dato che proprio lì dovrebbero ormeggiare le grandi navi da crociera. C’è anche un quarto quadrante, quello attorno all’ospedale dell’Angelo dove i pochi alberghi aperti funzionano anche grazie al turismo sanitario, parenti dei pazienti o medici e specialisti.
IN CERCA DI MERCATO
In centro città, invece, dicono che non c’è mercato e che non bisogna farsi trarre in inganno dalle centinaia di affittacamere e B&b che hanno aperto e continuano ad aprire in ogni quartiere. Tecnicamente spiegano che se attorno alla stazione l’indice di occupazione delle camere è minimo del 70%, con un trend positivo per cui la percentuale può ancora aumentare un po’, verso il centro le percentuali si abbassano del 10% o più, per cui far quadrare i conti diventa molto più difficile perché la marginalità è troppo bassa. D’altra parte Mestre non ha un turismo proprio e la maggior parte dei circa due milioni di turisti l’anno che arrivano, si limitano a dormirci per poi andare a Venezia e in minor parte a Treviso o nel resto del Veneto.
La Torre San Lorenzo, ad esempio, era nata per ospitare appartamenti di lusso nel cuore di Mestre tra via Pio X e Riviera Magellano e, prima e dopo il fallimento dell’impresa costruttrice che ha lasciato l’edificio incompiuto, è stata proposta come sede di un albergo; pare ci siano state anche trattative ma alla fine non se n’è fatto nulla.
Nel buco nero dell’ex Umberto I dovrebbe sorgere anche un albergo grazie alla convenzione col Comune che consente di cambiare la destinazione d’uso di buona parte degli appartamenti previsti in commerciale e ricettivo. Ma anche lì la proprietà è fallita e si vedrà cosa vorrà fare di quei sei ettari chi comprerà dal curatore. (e.t.)

(Articolo preso da: Il Gazzettino)