Nuove case che nel nome richiamano il concetto di borgo.
Non per Filippo Caprioglio che per le sue ville con affaccio su via Trezzo parla di oasi e compound. «Non uso il termine borgo perché da architetto so che mancano gli archetipi tipici», spiega. Filippo Caproglio, noto architetto mestrino e figlio d’arte, all’abitare dedica gran parte della sua carriera. La villa realizzata per una professionista a Mogliano ha vinto il Lifestyle Luxury Award 2021 a New York.
Quando ci ha illustrato il progetto della “Oasi di Carpenedo” Caprioglio ha spinto molto sul rispetto per la zona pregiata, tra le ville storiche, i campi e il Bosco di Carpenedo.
E oggi ci spiega che il costruire a Mestre deve avere nuovi paradigmi. «Prende piede una nuova forma di fare edilizia.
Perché le persone chiedono anzitutto di vivere in luoghi sicuri, questo è il primo punto, con un vicinato che conoscono e spazi di condivisione. Abitazioni vicine al centro ma soprattutto immerse nel verde. E questo risponde ad una precisa richiesta emersa dopo il Covid. La gente chiede di vivere in case dotate di verde, di giardini o di grandi terrazze abitabili. E cambia l’utilizzo dei materiali di costruzione.
Al cappotto nel nostro caso preferiamo il legno block, recuperiamo i laterizi. È vero che sono case per persone che hanno disponibilità economiche ma sono clienti che richiedono maggiore attenzione nel costruire». E chi non si può permettere certi prezzi? La domanda se la aspetta, Caprioglio. «Il cambiamento c’è anche qui. Ho avviato una collaborazione con la 2M del costruttore Campagnaro.
Sta per partire l’intervento in via Calabria: un edificio residenziale per 5 appartamenti molto particolare, di solo un piano, si chiamerà CA’ 76. E anche li stiamo introducendo nuovi concetti con nuovi materiali, il fotovoltaico, terrazze larghe. E il costruttore ha scelto di costruire di meno, senza andare in altezza. Questo contribuisce ad un cambio cultura-le».
Caprioglio e 2M lavorano ad altri progetti.
«Speriamo vedano presto la luce».